Dopo l'ictus

Come evitare recidive

Come evitare recidive

Superata la fase acuta dell’ictus, il soggetto che ne ha sofferto deve affrontare una serie di problemi, con l’aiuto dei familiari, del medico di medicina generale e dello specialista neurologo, anche presso appositi centri di cura (vedi, per esempio il pulsante azzurro in alto a destra sotto le foto che scorrono, che fornisce l’elenco dei centri di Riabilitazione convenzionati con il S.S.N.).

Il primo di questi problemi è la prevenzione secondaria per evitare un altro ictus

Esistono provvedimenti di ordine generale, che si applicano indiscriminatamente a tutti i soggetti con ictus e provvedimenti, invece, specifici in rapporto al tipo di ictus (ischemico/emorragico) e alla causa che lo ha determinato.  

a)    Provvedimenti generali: Cura ottimale dell’ipertensione arteriosa (valori inferiori a 140/85 mm/Hg), astensione dal fumo e dall’assunzione eccessiva di alcoolici, controllo dell’obesità e dei disturbi del metabolismo glucidico (terapia ottimale del diabete mellito), svolgimento di regolare attività fisica: in sostanza controllo dei fattori di rischio.    

b)    Provvedimenti specifici in rapporto al tipo di ictus e alla sua causa    

Ictus emorragico: esso è dovuto, nella maggior parte dei casi, ad ipertensione arteriosa.  Nei casi di emorragia, quindi, particolare attenzione dovrà essere volta al controllo accurato dell’ipertensione arteriosa mediante riduzione dell’apporto di sale nella dieta, ma soprattutto mediante l’uso di farmaci secondo le prescrizioni dello specialista al momento della dimissione e secondo poi l’evoluzione nel tempo dei valori della pressione, che comunque devono essere mantenuti al di sotto di 130/75 mm/Hg. La misurazione può essere effettuata al domicilio mediante apparecchiature accurate. Dovranno essere evitati i farmaci che facilitano le emorragie.

Ictus ischemico: causato da aterosclerosi dei grossi tronchi arteriosi extra o intra-cranici oppure da sofferenza delle piccole arterie intracraniche (arteriosclerosi). In questi casi occorre intervenire con farmaci che agiscono a livello delle piastrine, inibendone il processo di aggregazione ed impedendo, quindi, la formazione di trombi sulla superficie interna alterata delle arterie che possono causare emboli o restringere l’arteria fino all’occlusione. Inoltre, si dovranno ridurre i valori di Colesterolo LDL del sangue e dei Trigliceridi  aumentando l’attività fisica e agendo con una dieta idonea allo scopo; intervenendo, infine, con farmaci, se il risultato è insufficiente. Se l’ictus è stato causato da una stenosi dell’arteria carotide interna, dovrà essere valutato dallo specialista neurologo, di concerto con il chirurgo vascolare e con il neuro-radiologo interventista, se procedere ad un intervento di disostruzione dell’arteria con tecniche chirurgiche o tramite angioplastica con Stenting, per via endo-vascolare.

Ictus ischemico da embolia cardiogena (abitualmente dovuto ad aritmia cardiaca da Fibrillazione Atriale): in questi casi è indicata la terapia con anticoagulanti orali, usando abitualmente il Warfarin (Coumadin) e controllando con regolarità i valori della coagulazione del sangue (INR mantenuto tra 2 e 3), oppure i nuovi farmaci anticoagulanti come il Dabitragan (Pradaxa) e altri.  

ALICe

A.L.I.Ce. Italia ODV

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