Prevenzione

Scoagulazione

I farmaci anticoagulanti riescono a prevenire efficacemente l’ictus ischemico da causa cardioembolica (come la Fibrillazione atriale non valvolare) perché rendono il sangue più fluido ed impediscono la formazione di coaguli che possono portare ad ictus, ma proprio per questa caratteristica aumentano il rischio di sanguinamento.

Alla molecola tradizionalmente impiegata per curare questi pazienti, il Warfarin (o inibitori della vitamina K), si è aggiunta una nuova generazione di anticoagulanti orali che ha fornito a medici e pazienti una gamma più ampia di opzioni terapeutiche per prevenire e curare le malattie tromboemboliche, come quelle determinate della Fibrillazione Atriale. Hanno rivoluzionato la prevenzione dell’ictus nei pazienti fibrillanti, poiché realizzano un trattamento efficace, ma soprattutto più sicuro e maneggevole dei vecchi anticoagulanti, anche in quei pazienti in precedenza non trattati proprio per il timore degli effetti indesiderati della terapia, come le complicanze emorragiche.

In situazioni di emergenza (eventi traumatici come incidenti stradali, oppure chirurgia d’urgenza) potrebbe, quindi, essere necessario bloccare l’attività anticoagulante immediatamente. Se un anticoagulante dispone di un farmaco che blocca rapidamente la sua azione si parla di “scoagulazione reversibile”.

I farmaci capaci di bloccare rapidamente l’azione degli Anticogulanti orali sono:

- la vit. K: poiché è essenziale per la produzione di alcuni fattori implicati nella cascata della coagulazione e la sua produzione è bloccata dall’azione degli anticoagulanti inibitori della vit. K (warfarin e acenocumarolo), deve essere somministrata nei casi di sovradosaggio di questi farmaci (indicato da un valore del parametro I,N.R. >4) o di gravi eventi avversi (emorragia) nei pazienti che ne fanno uso;

- Concentrato protrombinico attivato PCC (contenente i fattori della coagulazione II-IX-X oppure II-VII-IX-X: sono somministrati sotto forma di flebo in pazienti in cui si verificano emorragie gravi e potenzialmente fatali in corso di terapia con anticoagulanti inibitori della vit. K (e successivamente alla somministrazione della vit. K, se i livelli di scoagulazione lo richiedono);

- la molecola chiamata idarucizumab, disponibile in Italia da aprile 2016, è in grado di bloccare completamente l’effetto anticoagulante del farmaco dabigatran. E’ un vero e proprio antidoto e la sua azione si protrae per un tempo sufficiente a gestire l’emergenza in corso, con un buon profilo di sicurezza;

- la molecola andexanet, approvato per l’uso ospedaliero nel giugno 2019, è in grado di revertire l’attività anticoagulante dei farmaci Apixaban, Rivaroxaban ed Edoxaban.

È attualmente in fase avanzata di sperimentazione clinica anche il ciraparantag, una molecola con il potenziale di invertire l’effetto di diversi tipi di anticoagulanti e ne è stata dimostrata l’efficacia nei confronti di due anticoagulanti appartenenti alla categoria dei NAOC: apixaban e rivaroxaban

I Nuovi Anticoagulanti Orali stanno assumendo un ruolo sempre più strategico nella prevenzione di eventi tromboembolici nelle persone a rischio: si sono dimostrati efficaci almeno tanto quanto il Warfarin, ma più facili da gestire e con un numero inferiore di sanguinamenti. La disponibilità della scoagulazione reversibile ne completa il profilo di sicurezza, permettendo al paziente di vivere serenamente la propria vita.

A.L.I.Ce. Italia ODV

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