In Italia un adulto su tre soffre di almeno due malattie croniche e nella popolazione anziana i pazienti con multipatologie diventano due su tre. Sopra i 65 anni, in particolare, il 10% della popolazione ha almeno tre malattie croniche. A livello mondiale i costi per la cura di questi malati assorbono circa il 70-80 per cento delle risorse sanitarie.
Tutti numeri che, in conseguenza del miglioramento delle cure e dell'aumento dell'aspettativa di vita, sono destinati ad aumentare. Ma che pongono al “sistema salute” molteplici sfide. Il paziente complesso con multipatologia, insomma, sembra essere il nuovo malato all’attenzione del sistema, la cui gestione è tra le maggiori sfide della sanità del futuro.
Per fare fronte a un paziente complesso, l'idea è quella di mettere in campo una nuova figura: il medico esperto in medicina della complessità.
Questo è stato il tema dell’incontro “Il paziente complesso, un nuovo protagonista sullo scenario della salute: medici competenti e certificati per vincere la sfida”, promosso mercoledì 5 dicembre a Roma da The System Academy con il supporto incondizionato di Alfasigma.
The System Academy è «un’associazione scientifico-culturale no profit – spiega Augusto Zaninelli, presidente The System Academy – che, tra le diverse attività, organizza percorsi di formazione specifica per preparare gli operatori sanitari a sostenere l’esame di certificazione professionale di medico esperto in medicina della complessità». Questi è «un professionista formato per la gestione, con buon senso, del paziente cronico con multipatologie, applicando le raccomandazioni nella pratica clinica tenendo conto di tutte le patologie e le variabili che coesistono nello stesso Individuo».
Il profilo del nuovo malato complesso è quello di un individuo sopra i 65 anni, che assume contemporaneamente più di cinque farmaci, afflitto da disabilità, ma con un’aspettativa media di vita più lunga che in passato. «Il paziente con una sola malattia non esiste quasi più – sostiene Claudio Ferri, presidente della Società italiana dell’ipertensione arteriosa (Siia) – e la cura esclusivamente specialistica, prima tanto in auge, non è più risolutiva. Oggi bisogna gestire la complessità clinica ma anche quella sociale ed economica della persona malata. Il medico esperto in medicina della complessità è la figura sanitaria che riesce a inquadrare il malato cronico, a fare una sintesi delle sue problematiche, a coordinare e pianificare il percorso di cura anche nell’acuzie, assicurando una continuità assistenziale tra ospedale e territorio».
Le malattie croniche, in particolare quelle cardiovascolari (48%) e i tumori (28%), oltre a minare la sostenibilità dei sistemi sanitari sono responsabili del 92% di tutte le morti nel nostro Paese. Non esistono linee guida per il paziente con multipatologia, ma tante linee guida per singola malattia, perché ancora oggi l’università insegna ai futuri medici soltanto le singole branche della medicina, con il risultato di un “sapere” frammentato.
«Il malato cronico può essere curato, ma difficilmente viene guarito» osserva Enzo Manzato, presidente della Società italiana per lo studio dell’aterosclerosi (Sisa). «Qui entra in gioco la competenza del medico della complessità – aggiunge - che deve mettere in atto le raccomandazioni dettate dalle più recenti linee guida».
Fonte: HealthDesk redazione 5 dicembre 2018