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Aritmie cardiache, cos’è la sindrome del «cuore in vacanza»

Più persone muoiono per attacchi di cuore tra Natale e Capodanno rispetto a qualsiasi altro periodo dell’anno. I troppi brindisi mettono a rischio di fibrillazione atriale: di che cosa si tratta, quali sono i sintomi e chi deve stare più attento

02 Gennaio 2023

Attacchi di cuore a Natale

Protagonista nel periodo di feste sarà senz’altro il cibo, ma i brindisi non saranno da meno. Dai cenoni aziendali, all’aperitivo con gli amici, dalla Vigilia al Natale, fino a Capodanno e oltre, vale la pena soffermarsi sulla quantità di alcol che verrà bevuta rispetto al solito.

Secondo i medici, le prossime vacanze saranno il momento in cui si registreranno più problemi cardiovascolari: più persone muoiono per attacchi di cuore tra Natale e Capodanno rispetto a qualsiasi altro periodo dell’anno, tanto che negli Usa è nato il termine «Holiday heart» che indica quella che possiamo chiamare la «sindrome del cuore durante le vacanze».

In queste settimane beviamo e mangiamo molto più del consueto e in genere facciamo meno attività fisica rispetto a qualsiasi altro periodo dell’anno. Le celebrazioni sono a base alcolica, il consumo di bevande è così normalizzato che sembra strano che qualcuno non festeggi con un brindisi, così spesso ci si dimentica che l’alcol è una sostanza tossica per l’organismo. Anche in piccole dosi e specie per il cuore.

La «sindrome del cuore in vacanza»

Uno studio ha dimostrato, infatti, che un solo drink al giorno può aumentare il rischio di fibrillazione atriale anche del 16%. L’alcol influisce in modo negativo soprattutto sul cuore. Se in un dato giorno la possibilità di soffrire di fibrillazione atriale è una su 1.000, con un bicchiere di birra o vino questa probabilità può arrivare a 3 su 1.000. Se i festeggiamenti si protraggono e i bicchieri crescono, potremmo avere effetti non desiderati di celebrazioni troppo «allegre».

Come l’alcol influisce sul cuore

«In linea generale dosi eccessive di alcol esercitando un’azione eccitante sulle cellule del cuore – conferma il professor Claudio Tondo, Direttore del Dipartimento di Aritmologia del Centro Cardiologico Monzino, IRCCS —, possono determinare un aumento della frequenza cardiaca e facilitare l’insorgenza di aritmie come la fibrillazione atriale. Bisogna inoltre ricordare che l’assunzione cronica di alcol in dosi significative può portare allo sviluppo di cardiomiopatia dilatativa, che provoca un incremento dei volumi delle camere cardiache (atri e ventricoli) e una riduzione della contrattilità: due presupposti cruciali per l’insorgenza di fibrillazione atriale. E attenzione: le anomalie del ritmo indotte dall’alcol spesso si verificano in concomitanza di un’alimentazione più abbondante, per cui la moderazione è anche rivolta alla quantità di cibo introdotta».

Che cos’è la fibrillazione atriale

La fibrillazione atriale, quindi, è il pericolo più incombente, ma di cosa si tratta? «È un’anomalia del battito cardiaco, uno dei disturbi più diffusi – spiega Tondo —: il cuore, battendo in modo irregolare, non riesce a pompare adeguatamente il sangue che potrebbe formare coaguli pericolosi. La fibrillazione atriale può aumentare il rischio di avere un ictus ed è anche stata anche collegata alla demenza e all’insufficienza cardiaca».

Chi colpisce (anche le persone alte)

Il rischio di fibrillazione atriale aumenta con l’età: a 80 anni si ha circa il 10% di possibilità di avere questo disturbo. Altri fattori di rischio sono l’obesità, una storia familiare di fibrillazione atriale a esordio precoce e l’altezza (uno studio ha scoperto che le persone più alte di 1 metro e 70 cm erano a maggior rischio).

Diagnosi

I medici in genere diagnosticano la fibrillazione atriale attraverso un elettrocardiogramma. Ma poiché gli smartwatch con cardiofrequenzimetri sono diventati più popolari, adesso è possibile notare da soli i cambiamenti nel proprio ritmo cardiaco e rivolgersi a un cardiologo.

Sintomi

«Non sempre ci si accorge di avere il problema: alcuni non avranno sintomi, e altri potrebbero sperimentare palpitazioni cardiache, dolore toracico o mancanza di respiro, estrema stanchezza e persino svenimenti. Per alcune persone, la fibrillazione atriale si manifesta per brevi periodi, ma per altre la condizione può diventare permanente», chiarisce l’esperto.

Non aspettare se...

In particolare, nel periodo festivo molti sono portati a trascurare i primi sintomi e ad aspettare fino al nuovo anno per ricevere cure mediche. Invece è fondamentale cercare assistenza se si ha un battito cardiaco anomalo persistente e dolore al petto, o se si fa fatica a respirare. Ogni minuto può essere importante.

Consigli

Limitare la quantità di alcol che si consuma può aiutare anche a proteggere il cuore, ma se si vuole brindare si possono adottare alcuni accorgimenti: bere acqua, perché la disidratazione aumenta il rischio di «sindrome del cuore in vacanza», e non smettere con gli esercizi fisici. Anche solo una passeggiata può far bene.

Meglio zero

In assoluto, anche se ci sono quantità di assunzione di alcol considerate a «basso rischio» (1 bicchiere di vino al giorno per le donne e 2 per gli uomini) non significa che siano salutari, né un obiettivo da raggiungere. Negli ultimi anni sono aumentate le evidenze di relazioni causa-effetto tra l’alcol e alcuni tipi di tumore (cavo orale, faringe, laringe, esofago, colon-retto, mammella e fegato) e altri 200 problemi di salute. Per non parlare degli incidenti alla guida. L’unico consumo sicuro di alcol è quello pari a zero.

Fonte: corriere.it salute articolo di Silvia Turin 24/12/2022

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