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Dieta sana come una camminata di 3 chilometri al giorno

La dieta sana regala i benefici di 4mila passi in più al giorno perché potenzia gli effetti degli allenamenti, migliorando il fitness cardio-respiratorio. Lo dimostra uno studio sull’European Journal of Preventive Cardiology

22 Giugno 2023

“Idoneità”, “forma fisica”, “benessere dell’organismo”, o in maniera più estesa: “capacità del corpo di funzionare in modo efficiente ed efficace nelle attività motorie”. I tentativi di traduzione del termine “fitness” servono solo per specificare un po’ meglio il significato che assume questa parola quando ad usarla sono i medici. Per i cardiologi, poi, la sua definizione è ancora più precisa: il fitness cardiorespiratorio consiste nella capacità del corpo di fornire e utilizzare ossigeno per l'esercizio e di contribuire alla salute di più organi, come cuore, polmoni, vasi sanguigni e muscoli. È uno dei più potenti predittori di longevità e salute. Ebbene, gli autori di uno studio appena pubblicato sull’European Journal of Preventive Cardiology hanno dimostrato che il fitness, così inteso, va di pari passo con una sana alimentazione nelle persone di mezza età. Chi mangia bene ottiene benefici maggiori dagli allenamenti rispetto a chi svolge la stessa attività fisica ma trasgredisce a tavola. Secondo i calcoli dei ricercatori, una alimentazione bilanciata produce lo stesso effetto di 4mila passi in più al giorno.

Lo studio ha coinvolto 2.380 uomini e donne dall’età media di 54 anni. Tutti i partecipanti sono stati sottoposti al test con il cicloergometro per misurare il massimo consumo di ossigeno (VO2), ossia la quantità di ossigeno usata alla massima intensità dell’allenamento, un parametro che indica la capacità di prestazione durante l’attività sportiva.

I volontari hanno anche compilato dei questionari sulle loro abitudini alimentari segnalando quante volte avessero consumato i singoli alimenti contenuti in una lista di 126 voci. Per la valutazione della dieta, sono state usate due scale: l’Alternative Healthy Eating Index e il Mediterranean-style Diet Score, entrambe tarate sullo stile alimentare della dieta mediterranea.

In base alle risposte, i ricercatori hanno assegnato un punteggio alla qualità dell’alimentazione premiando con “voti” alti chi consumava abitualmente verdure, cereali integrali, noci, legumi, pesce e grassi salutari.

Il consumo di alcol e di carne rossa veniva al contrario valutato con punteggi bassi.

In una seconda fase, gli scienziati si sono dedicati a ricostruire l’associazione tra la qualità della dieta e il fitness dei partecipanti dopo aver soppesato altri fattori che avrebbero potuto influenzare i risultati, tra cui età, sesso, apporto energetico giornaliero totale, indice di massa corporea, fumo, livelli di colesterolo, pressione sanguigna, diabete e livello di attività fisica di routine.

Usando l’Alternative Healthy Eating Index, il punteggio medio dei partecipanti è stato di 66,7, mentre con il Mediterranean-style Diet Score è stato di

12,4. Dall’analisi di tutti i dati è emerso che, rispetto al punteggio medio, un aumento di 13 punti nell’Alternative Healthy Eating Index e di 4,7 Mediterranean-style Diet Score era associato rispettivamente a un valore del massimo volume di ossigeno (VO2) maggiore del 5,2 per cento e del 4,5 per cento.

L’impatto positivo della dieta sul fitness è stato confermato anche dalla presenza di alcuni metaboliti nel sangue nel corso dell’attività fisica.

I metaboliti sono sostanze prodotte durante la digestione e rilasciate nel sistema sanguigno durante l'esercizio. L’analisi, condotta su un sottogruppo di 1.154 partecipanti, ha evidenziato la presenza di 24 metaboliti associati a dieta e forma fisica scadente oppure a dieta sana e buona forma fisica.

«Negli adulti di mezza età, i modelli alimentari sani erano fortemente e favorevolmente associati al fitness anche dopo aver tenuto conto dei livelli di attività abituali. La relazione era simile nelle donne e negli uomini e più pronunciata nei partecipanti sotto i 54 anni rispetto agli adulti più anziani», ha dichiarato Michael Mi del Beth Israel Deaconess Medical Center di Boston, a capo dello studio.

Fonte: HealthDesk redazione 24 maggio 2023

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