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Il caregiver familiare e gli assegni di cura: come funziona e tutte le agevolazioni

Il caregiver è la persona che assiste e si prende cura del coniuge, del convivente di fatto, di un familiare o di un affine riconosciuto invalido. Ecco cosa dice la legge italiana e tutte le agevolazioni in merito

09 Maggio 2022

ASSISTENZA AI DISABILI

Seppur l'indipendenza sia un diritto fondamentale di ogni essere umano, spesso la disabilità è una condizione che comporta inevitabilmente l'aiuto alle persone che soffrono di determinati disturbi da parte dei propri familiari. L'assistenza in questo caso prende un nome specifico: il caregiver (o molto più spesso la caregiver) è infatti la persona che si prende cura di un familiare con disabilità.

Inizialmente la legge si è occupata di questo tema solo nelle materie relative alle agevolazioni e in quelle che riguardano il lavoro, esiste infatti un quadro ben definito per il familiare lavoratore che si prende cura della persona con disabilità. Solo più di recente sono stati stanziati contributi specifici per i caregiver a livello nazionale e assegni di cura a livello delle normative di alcune Regioni.

Il caregiver familiare secondo la legge italiana

Nel dettaglio, è stata con la legge 27 dicembre 2017 N. 205 che il legislatore italiano ha definito per la prima volta la figura del caregiver familiare come la persona che assiste e si prende cura del coniuge, di una delle parti dell’unione civile tra persone dello stesso sesso o del convivente di fatto, di un familiare o di un affine entro il secondo grado ovvero, nei soli casi indicati dall’articolo 33 comma 3 della legge 104/1992, anche di un familiare entro il terzo grado, che a causa di malattia, infermità o disabilità anche croniche o degenerative non sia autosufficiente e in grado di prendersi cura di sé, sia riconosciuto invalido in quanto bisognoso di assistenza globale e continua di lunga durata o sia titolare di indennità di accompagnamento ai sensi della legge 18/1980.

Se il caregiver, come accade in molti casi, oltre a occuparsi di un familiare con handicap in situazione di gravità certificata ai sensi della legge 104/92, porta avanti anche un lavoro, ha diritto a 3 giorni di permesso mensile retribuito, oppure a due ore di permesso giornaliero.

Chi si deve prendere cura del disabile?

La legge non consente ai familiari di decidere autonomamente chi debba prendersi cura del congiunto con disabilità ma prevede una lista tassativa e stringente di beneficiari che deve essere rispettata e li indica secondo un ordine specifico. Infatti, il primo a doversi far carico del parente è il coniuge, vengono poi i genitori, i figli conviventi, quindi i parenti di secondo grado (cioè i fratelli e le sorelle) e infine quelli di terzo grado. Le cause di esclusione sono che, ad esempio, il coniuge e i genitori siano affetti da patologie invalidanti, abbiano compiuto i sessantacinque anni, siano mancanti o siano deceduti.

Quando nasce un bambino in condizione di disabilità grave, i genitori, oltre alla possibilità del congedo parentale (che spetta a tutti i genitori anche adottivi di bambini con età inferiore ai tre anni) possono usufruire alternativamente, mai nello stesso giorno, però, anche dei benefici previsti per assistere una persona disabile in situazione di gravità (permesso giornaliero di due ore oppure 3 giorni di permesso mensile, a scelta del dipendente). Dai tre agli otto anni del bambino, i genitori, oltre ai benefici della legge 104/92, possono usufruire del prolungamento del congedo parentale fino ad un massimo di tre anni. Una volta che il bambino avrà raggiunto gli otto anni, per i genitori resta la possibilità di avvalersi dei permessi ex lege 104/92.

Quando il bambino disabile in situazione di gravità sarà grande e magari vorrà farsi una famiglia, allora sarà il coniuge a ricevere i benefici di cui alla legge 104/92 e successivamente, ove questi sia mancante, abbia compiuto i sessantacinque anni, oppure sia affetto da patologie invalidanti o sia deceduto, saranno di nuovo i genitori oppure il figlio convivente. Nel caso dovessero mancare tutte queste figure ci sarà il fratello e via via a scendere fino ad una parentela del terzo grado.

Il congedo straordinario

Vi è poi per il caregiver che si fa carico della persona disabile in situazione di gravità, la possibilità di usufruire del congedo straordinario retribuito per assisterla. Questo diritto può essere goduto dalla stessa persona per un massimo di due anni nell’intera vita lavorativa. Al congedo retribuito per assistere una persona disabile in situazione di gravità, hanno diritto (nell’ordine stabilito dalla legge) il coniuge convivente, il padre e la madre o uno dei figli conviventi.

È da ricordare, infine, che nel 2016, la Corte costituzionale, ha riconosciuto i benefici di cui all’art. 33 della legge 104/92, anche al convivente di fatto della persona con disabilità in situazione di gravità. Infine, è possibile anche che un lavoratore assista più familiari con disabilità, beneficiando di più permessi, ma non è mai possibile che due lavoratori fruiscano degli stessi benefici previsti per l’assistenza della stessa persona con disabilità grave. L’unica eccezione è prevista per i genitori, che possono fruirne alternativamente, cioè entrambi, ma non nello stesso giorno.

Gli assegni di cura

Oramai sono numerose le Regioni italiane che prevedono, nell’ambito della loro giurisdizione, gli “assegni di cura” spettanti a familiari che si dedicano a tempo pieno alla cura del proprio caro disabile in situazione di gravità. Recentemente, con l’ultima legge di bilancio, (legge 30 dicembre 2020, n. 178), è stato istituito un fondo di 30 milioni di euro, per ciascuno degli anni 2021, 2022, 2023, presso il Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, destinato alla copertura finanziaria degli interventi legislativi finalizzati al riconoscimento del valore sociale ed economico dell’attività di cura non professionale svolta dal caregiver familiare.

Il fondo sarà ripartito tra le Regioni, con il necessario decreto attuativo, saranno poi queste che dovranno, o dovrebbero, utilizzarlo per interventi di sollievo e sostegno destinati al caregiver familiare.

Fonte: today.it – Disabilità - 01 maggio 2022

ALICe

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