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Il dolcificante eritritolo collegato a tassi più elevati di infarto e ictus

È derivato dal mais ed è comunemente usato. L’accumulo di questo prodotto nel sangue determina una possibilità maggiore di coaguli. L’esperto: «Effetti simili allo zucchero, altera la flora batterica intestinale»

08 Marzo 2023

Un’altra stroncatura nei confronti dell’uso di dolcificanti alternativi allo zucchero viene da uno studio della New Cleveland Clinic appena pubblicato su Nature Medicine che ha scoperto come l’eritritolo (comunemente indicato in etichetta con la sigla E968) sia collegato a tassi più elevati di infarto e ictus.

L’eritritolo ha un sapore dolce che arriva al 70% del gusto dello zucchero e viene prodotto attraverso la fermentazione del mais. Non è perciò annoverato tra i dolcificanti sintetici o artificiali.

Lo studio

Nello studio menzionato, sono stati monitorati i livelli di eritritolo nel sangue in 4.000 soggetti negli Stati Uniti e in Europa: chi aveva più dolcificante nel sangue era anche a maggior rischio di infarto o ictus. I ricercatori hanno anche esaminato gli effetti dell’aggiunta di eritritolo al sangue intero o alle piastrine isolate e hanno scoperto che l’eritritolo ha reso possibile una maggiore attivazione delle piastrine stesse e quindi una maggior facilità che le stesse formassero un coagulo di sangue (evento alla base degli ictus e delle trombosi). Studi preclinici hanno confermato che l’ingestione di eritritolo aumenta la formazione di coaguli.

Rischio coaguli

Dopo l’ingestione, l’eritritolo viene scarsamente metabolizzato dall’organismo, ma entra nel flusso sanguigno e lascia il corpo principalmente attraverso l’urina: «Il nostro studio mostra che quando i partecipanti hanno consumato una bevanda zuccherata artificialmente con una quantità di eritritolo, si osservano livelli notevolmente elevati nel sangue per giorni, livelli ben superiori a quelli tollerati contro il rischio di coagulazione», ha affermato l’autore principale Stanley Hazen, presidente del Dipartimento di Scienze Cardiovascolari e Metaboliche del Lerner Research Institute e co-responsabile della Cardiologia Preventiva presso la Cleveland Clinic.

Limiti della ricerca

Le conclusioni, come scrivono gli scienziati, richiedono ulteriori ricerche per due motivi soprattutto: il collegamento tra eritritolo ed eventi come infarti e ictus non dimostra una relazione di causa-effetto poiché il consumo di dolcificanti è sempre più alto nelle persone che soffrono di obesità, diabete o sindrome metabolica e, quindi, anche a più alto rischio di eventi cardiovascolari avversi.

«Come lo zucchero», ecco perché

Detto questo, l’avvertenza più importante che viene dall’articolo scientifico è una conferma di altri studi precedenti: i dolcificanti (siano artificiali o naturali) non sono a effetto «zero» perché sono a «zero calorie» e non sono sostanze «neutre» per il nostro corpo, anzi. Sempre più evidenze portano a pensare che sull’organismo producano effetti del tutto simili a quelli dello zucchero che sostituiscono, con tutte le relative conseguenze negative. «Chi usa il dolcificante crea un effetto che va a perturbare l’equilibrio metabolico — specifica Stefano Erzegovesi, Nutrizionista e Psichiatra —: —: l’effetto che ne deriva sembra simile a quello della sindrome metabolica, per cui aumentano l’infiammazione cronica e il rischio di malattie cardiovascolari. Il dato più rilevante è che il dolcificante va a modificare il microbiota intestinale, peggiorando la biodiversità batterica e di conseguenza peggiorando anche la resistenza all’insulina e la tolleranza glucidica, che sono i primi fattori di rischio per lo sviluppo di diabete 2».

I dolcificanti non fanno dimagrire

I dolcificanti sono stati anche messi sotto la lente perché, pur essendo nati per far dimagrire, non ottengono mai l’effetto sperato sul lungo termine. In pratica «sballano» il sistema recettoriale che viene saturato di gusto dolce: quando il corpo non trova il corrispettivo nutritivo del gusto percepito (lo zucchero) va a cercarlo altrove e scatena la fame di alimenti a elevato indice glicemico e calorico. Questo è il motivo per cui non si dimagrisce.

Fonte: corriere.it/salute/nutrizione articolo di Silvia Turin 27/02/2023

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