Accompagnare l’Italia nella sfida della sanità digitale e far sì che il Paese possa cogliere i benefici che derivano dall’impiego di soluzioni tecnologiche innovative, basate sull’intelligenza artificiale.
Questo l’obiettivo del Manifesto per una Sanità “intelligente “presentato in anteprima dall’Istituto per la Competitività, I-Com, in collaborazione con Cattaneo Zanetto & Co., durante il convegno “L’innovazione al servizio della Salute”, che si è svolto a Roma lunedì 22 ottobre scorso. Il Manifesto, articolato in otto princìpi e altrettante linee d’azione, è consultabile sul sito di I-Com (www-i-com.it) ed è aperto ai contributi di chiunque vorrà arricchirlo nelle prossime settimane, prima che sia avviata la campagna di adesione.
L’accesso all’innovazione, secondo I-Com, è «parte integrante del diritto alla salute e, in un contesto in continua trasformazione, i sistemi di intelligenza artificiale sono destinati a cambiare radicalmente il modo in cui si pensa alla diagnosi e alla cura delle malattie». I benefici che possono derivare dalla loro applicazione «sono molteplici e interessano i pazienti, i medici e il sistema sanitario in generale». Secondo il Manifesto, per raggiungere in tempi brevi il completamento della digitalizzazione della sanità è necessario realizzare i piani e le misure già avviate dal Governo per giungere alla definizione di nuove infrastrutture abilitanti di innovazione che possano facilitare l’implementazione di tecnologie di Intelligenza artificiale, come l'attuazione del Patto per la sanità digitale e la corretta implementazione del Fascicolo elettronico sanitario. Fondamentale, poi, è l’interoperabilità dei sistemi regionali, attraverso la promozione delle nuove opportunità legate all’Intelligenza artificiale e dei benefici in termini di miglioramento delle prestazioni, anche a livello di spesa sanitaria.
«L’intelligenza artificiale può rivestire un ruolo fondamentale nel rapporto quotidiano tra cittadini e Pubblica amministrazione – sostiene il presidente di I-Com, Stefano da Empoli - migliorando la qualità e l’efficienza di quest’ultima anche in ambito sanitario. Le nuove possibilità offerte dall’Intelligenza artificiale possono ridisegnare un nuovo rapporto tra Stato e cittadini, in cui semplificazione, informazione e interazione vanno a consolidarsi; e la sanità, settore complesso per eccellenza, è certamente uno dei terreni dove queste nuove opportunità appaiono più promettenti».
Secondo il Manifesto, occorre «promuovere la diffusione e la realizzazione di infrastrutture di tipo centrale» che facciano da «fattori abilitanti» per il completamento della digitalizzazione della pubblica amministrazione, prediligendo le soluzioni che prevedano l’impiego di sistemi altamente innovativi come appunto l’Intelligenza artificiale.
Il Manifesto mette poi in luce l’importanza della condivisione di precise linee di indirizzo tra mondo sanitario, quello dell’istruzione e le comunità locali per una corretta informazione, che sia capace di rispondere a interrogativi sulla fonte dei dati, le metodologie di analisi dei dati stessi, il livello di protezione e i risultati conseguibili. Il rapporto medico-paziente, inoltre, è «fondamentale nel processo assistenziale e l’intelligenza artificiale non può che rafforzarlo». Purché, però, ci sia «una riflessione attenta del legislatore» che sappia coniugare tutela dei diritti e accesso a una sanità di qualità e sempre più all’avanguardia.
Infine, il Manifesto intende fugare «uno dei timori più frequentemente evocati quando si parla di sviluppo della robotica e dell’intelligenza artificiale nel mercato del lavoro»: in sanità «le macchine non potranno mai sostituire gli operatori bensì esserne, semmai, complementari».
Fonte: HealthDesk, redazione 24 ottobre 2017