Argomento del mese

L’OBESITÀ E IL SOVRAPPESO AUMENTANO DRAMMATICAMENTE IL RISCHIO DI ICTUS

01 Maggio 2015


Giovanna Viticchi, Mauro Silvestrini

Clinica Neurologica, Dipartimento di Medicina Sperimentale e Clinica

Università Politecnica delle Marche

L’ictus rappresenta attualmente la prima causa di disabilità e la terza di morte in Italia. Molti sforzi sono stati impiegati dalla comunità scientifica nel tentativo di comprendere quali siano i potenziali fattori la cui correzione potrebbe ridurre in maniera significativa il rischio di sviluppare la malattia. Fondamentalmente esistono due grandi tipi di condizioni predisponenti: quelle non modificabili, come l’età e la familiarità per malattie vascolari, e quelle modificabili che includono tra le altre l’ipertensione arteriosa, il diabete mellito, la dislipidemia e il fumo di sigaretta.

Secondo le linee guida italiane per la prevenzione dell’ictus ischemico, l’obesità rappresenta un fattore di rischio ben documentato, mentre la sindrome metabolica è considerato un fattore che probabilmente aumenta il rischio di ictus. Il sovrappeso corporeo e l’obesità vengono valutati tramite tre misure antropometriche: l’altezza, il peso e la circonferenza vita; dividendo il peso (espresso in kg), per l’altezza elevata alla seconda (espressa in metri) si ottiene il “Body Mass Index” (BMI). Un valore di BMI compreso tra 25 e 29.9 indica un sovrappeso corporeo, mentre un BMI ≥30 indica uno stato di obesità. Per sindrome metabolica si intende invece per un insieme di alterazioni metaboliche che conferiscono un aumentato rischio di diabete e di malattie vascolari. Le alterazioni coinvolgono il profilo lipidico, la glicemia, la pressione arteriosa e la circonferenza vita.

Un soggetto obeso all’età di 25 anni ha un rischio più che raddoppiato di avere un ictus ischemico rispetto ad un normopeso; anche la circonferenza vita rappresenta un importante parametro: soggetti maschi con una circonferenza addominale >102 cm hanno un rischio aumentato di ictus o di attacchi ischemici transitori (TIA) più di tre volte superiore rispetto ai controlli. Le donne presentano una probabilità anche maggiore nel caso di una circonferenza vita maggiore di 88 cm.Diversi studi hanno dimostrato che l’aumento di peso a lungo termine è correlato all’aumento progressivo dell’incidenza di ictus mentre una sua diminuzione intenzionale provoca una riduzione significativa della mortalità in generale.

I meccanismi attraverso cui l’obesità ed il sovrappeso corporeo determinano un maggiore rischio di malattie circolatorie sono multipli. Innanzitutto, l’aumento ponderale è da solo un fattore di rischio per molte altre patologie implicate nella genesi dell’ictus, come l’ipertensione arteriosa e il diabete. L’obesità infatti determina una minore efficacia dell’insulina sui tessuti dell’organismo e la produzione da parte degli adipociti di sostanze con un’azione antinsulinica, fattori che concorrono a causare il diabete mellito. L’aumento della glicemia è a sua volta responsabile della produzione di sostanze che danneggiano direttamente la parete vasale e vanno ad alterare l’assorbimento della frazione di colesterolo cosiddetta “cattiva”. Questi fattori, associati all’obesità che spesso di per se si associa ad alti livelli di colesterolo “cattivo” nel sangue, rappresentano condizioni che predispongono all’aterosclerosi dei vasi cerebrali e in particolare alla deposizione di placche stenosanti a livello delle arterie che portano sangue al cervello.

Inoltre, il sovrappeso corporeo e l’obesità creano, attraverso una interferenza sui meccanismi di regolazione della produzione e degradazione di sostanze che agiscono nella risposta infiammatoria, uno stato di infiammazione che può contribuire allo sviluppo di un danno delle pareti dei vasi sanguigni.

La sindrome metabolica sembra associarsi ad un aumento del rischio delle malattie cardio- e cerebro-vascolari in maniera superiore a quanto ci si potrebbe aspettare semplicemente sommando le singole alterazioni che la compongono. I meccanismi attraverso cui si verifica questo effetto sono molteplici e comprendono l’insulino-resistenza, l’iperglicemia, la produzione di radicali liberi dell’ossigeno, alterazioni della parete vasale e della coagulazione.

I soggetti con sindrome metabolica hanno un rischio di ictus ischemico o TIA 1.5 volte maggiore rispetto ai soggetti senza; il rischio è ulteriormente aumentato in presenza di diabete. L’incidenza di aterosclerosi carotidea nei soggetti con sindrome metabolica è più di due volte e mezzo maggiore rispetto ai controlli e sale a quasi 6 volte se è presente diabete mellito.

L’aumento di peso corporeo va quindi combattuto per prevenire l’ictus. Le principali armi a nostra disposizione sono un buon regime dietetico e l’attività fisica. Gli studi scientifici effettuati hanno mostrato che un regime dietetico corretto dovrebbe essere caratterizzato da un basso contenuto di sale e basato sulla dieta mediterranea. In particolare è raccomandato un elevato consumo di frutta, verdura, cereali e pesce.È indicato ridurre il consumo di grassi e condimenti di origine animale preferendo i grassi di origine vegetale come l’olio extravergine di oliva Al contrario, sono controindicati l’alcool (se non in quantità moderata) ed un eccesso di sodio e grassi saturi.

L’attività fisica dovrebbe essere effettuata in maniera regolare, ogni giorno per almeno 30 minuti, meglio se di tipo aerobio, come ad esempio una passeggiata a passo spedito.

In definitiva, la correzione del sovrappeso corporeo dovrebbe essere un obiettivo primario nella prevenzione dell’ictus dato che molti studi hanno segnalato questa stretta associazione.

Fra gli altri, anche il nostro gruppo di ricerca ha recentemente valutato la relazione fra obesità ed ictus ed ha rilevato come l’obesità determini conseguenze maggiormente sfavorevole a lungo termine nei malati di ictus ischemico.La correzione del peso corporeo appare quindi un obiettivo da perseguire in tutta la popolazione, specialmente in quella maggiormente a rischio per malattie vascolari. Unbuon controllo del peso e la prevenzione dell’obesità andrebbero quindi messe sullo stesso piano della correzione di altri fattori di rischio come l’iperglicemia, l’ipertensione arteriosa e l’ipercolesterolemia.

LETTURE CONSIGLIATE

1. Conoscere l'ictus - Il Progetto Cuore. www.cuore.iss.it/prevenzione/pdf/Alice-pdf-def.pdf

2. ISO - Italian Stroke Organization. www.iso-spread.it

ALICe

A.L.I.Ce. Italia ODV

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