L’instabilità economica raddoppia il rischio di infarti e ictus e di morte prematura
Chi non può contare su entrate stabili da giovane ha probabilità doppie di avere un ictus o un infarto nei dieci anni successivi. I risultati su un ampio studio americano su lavoratori tra i 25 e i 35 anni. Se il vostro conto in banca subisce continue e brusche variazioni, preoccupatevi per le vostre finanze, ma anche per il vostro cuore.
L’instabilità economica protratta a lungo, infatti, può raddoppiare il rischio di malattie cardiovascolari e di morte prematura per qualunque causa. A dirlo è uno studio appena pubblicato su Circulation, la rivista dell’American Heart Association.
Gli scienziati hanno analizzato i redditi di 4mila individui tra i 23 anni e i 35 anni di età residenti in quattro differenti città americane (Birmingham in Alabama, Minneapolis in Minnesota, Chicago in Illinois e Oakland, in California) durante un periodo di 15 anni, tra il 1990 e il 2005. La salute dei partecipanti è stata monitorata per i 10 anni successivi raccogliendo dati sui casi di infarto, ictus e sui decessi dai referti degli ospedali e dai registri anagrafici.
Mettendo a confronto i dati finanziari con quelli della salute è emersa una forte associazione tra le fluttuazioni del reddito e le malattie cardiovascolari. Il tasso di mortalità tra le persone che avevano subito i cambiamenti finanziari più drastici era di 5,28 su mille persone. Il numero di decessi scendeva a 2,12 su mille persone nella fascia di popolazione caratterizzata dalla maggiore stabilità economica.
«L’instabilità dei redditi presenta una crescente minaccia per la salute pubblica - ha detto l'autore principale dello studio Tali Elfassy, professore presso l'Università di Miami Miller School of Medicine in Florida - Le persone con redditi instabili dovrebbero essere considerate ad alta priorità per lo screening e gli interventi per la prevenzione di malattie cardiovascolari in ambito clinico».
I ricercatori hanno preso in analisi tutte le variazioni del reddito considerando come un vero e proprio tracollo una perdita delle entrate pari al 25 per cento degli introiti misurati in precedenza.
Tra il 2005 e il 2015 sono state registrate 164 morti e 106 eventi cardiovascolari (per lo più infarto e ictus,). Tra chi aveva subito consistenti e improvvise perdite finanziarie in gioventù nelle prime fasi dello studio il numero di decessi e di eventi cardiovascolari nei dieci anni successivi era doppio rispetto a chi aveva conosciuto una maggiore stabilità. Ma dallo studio emerge che anche lievi cambiamenti nelle entrate possono essere piuttosto traumatici ed essere fonte di stress pericolosa per la salute.
I ricercatori riconoscono che la loro indagine presenta alcuni limiti. Il primo dei quali è che manca una spiegazione del perché le altalenanti condizioni del conto in banca si ripercuotono sulla salute cardiovascolare. Il meccanismo alla base dell’associazione deve essere ancora analizzato, ma intanto si possono avanzare alcune ipotesi.
L’instabilità economica oltre ad aumentare le preoccupazioni e a influenzare lo stile di vita, compromettendo così la salute, può rendere più difficile l’accesso alle cure nei Paesi come gli Stati Uniti con limitati programmi di assistenza universalistica. Ma lo studio ha anche i suoi punti di forza: «Mentre l’instabilità economica e altri aspetti del reddito hanno guadagnato riconoscimento nella ricerca medica sui determinanti sociali della salute, in molti studi epidemiologici il reddito è stato misurato in uno specifico momento nel corso della vita piuttosto che ripetutamente nel corso del tempo», hanno spiegato gli autori.
Fonte: HealthDesk, redazione, 13 gennaio 2019