Argomento del mese

L'Ictus in Italia è in diminuzione!

GRANDI NOVITA’ NELL’EPIDEMIOLOGIA DELL’ICTUS IN ITALIA: L’ICTUS E’ IN DIMINUZIONE!

01 Novembre 2015
GRANDI NOVITA’ NELL’EPIDEMIOLOGIA DELL’ICTUS IN ITALIA: L’ICTUS E’ IN DIMINUZIONE!


Prof. Carlo Gandolfo, Ordinario di Neurologia all’Università di Genova,

Componente del Comitato Tecnico – Scientifico di A.L.I.Ce. Italia Onlus

INCIDENZA (numero di nuovi casi di ictus per 100.000 abitanti per anno)

Sulla base dei dati epidemiologici italiani ed internazionali dei più recenti studi, si può osservare come l’incidenza di ictus,in Italia e nei paesi occidentali economicamente sviluppati, stia progressivamente diminuendo, essendo passata da valori di 250-300casi per 100.000 abitanti all’anno nel periodo 1990-2000, a valori di 150-200 nuovi casi per 100.000 abitanti all’anno tra il 2005 ed il 2010. Permane, invece, invariato il chiaro effetto di progressivo aumento dell’incidenza legato all’aumentare dell’età degli individui.

Questa favorevole evoluzione dell’incidenza sembra dovuta, soprattutto,al grande miglioramento della prevenzione primaria e secondaria dell’ictus, per cui si interviene più diffusamente, più efficacemente e più precocemente sui principali fattori di rischio e causali per ictus, nella popolazione generale.

Se si controlla meglio l’ipertensione, se si cura meglio il diabete, se si individua più spesso e più precocemente la presenza di Fibrillazione Atriale o di altre cardiopatie emboligene, se si fa più presto diagnosi di stenosi della carotide, con l’esame Eco-color-doppler dei tronchi sovra-aortici, se diminuisce l’abitudine al fumo, se si incrementa l’attività fisica, se si migliora la dieta e diminuisce l’obesità, se si cura meglio l’aumento del colesterolo nel sangue, è chiaro che meno soggetti andranno incontro all’ictus, ovvero ne saranno affetti in età più avanzata e meno gravemente.

In questo senso si può affermare che, molto probabilmente, l’attività della Associazione per la Lotta all’Ictus Cerebrale (A.L.I.Ce.) abbia svolto un ruolo di fondamentale importanza, anche se l’assenza di dati basati su studi scientifici specifici ed ineccepibili non ne consente la certezza assoluta.

Si può ragionevolmente pensare che, quindi, oggi, in Italia, si verifichino circa 110.000-130.000 nuovi episodi di ictus all’anno, invece dei 190.000-200.000 circa ritenuti probabili 15 anni fa.

PREVALENZA (numero di soggetti che hanno avuto in precedenza un ictus, per 100.000 abitanti, in un dato momento storico)

Non risultano, invece, riscontrabili sostanziali modificazioni per quanto riguarda la prevalenza dell’Ictus, che rimane all’incirca immodificata negli ultimi due decenni, in Italia.

Questo dato, apparentemente contradditorio, è legato fondamentalmente a tre fenomeni:

  1. Aumento della probabilità di sopravvivenza dei malati di ictus, per il miglioramento e la maggior diffusione di terapie molto efficacinella fase acuta (Trombolisi, Ricovero in Centri Ictus, Riabilitazione già in fase acuta, Prevenzione precoce delle recidive con farmaci più efficaci e meglio tollerati
  2. La diagnosi eziologica viene effettuata in maniera più precisa e diffusa, con conseguente miglioramento dell’efficacia dei trattamenti farmacologici di prevenzione secondaria. In ultima analisi, quindi, il numero di nuovi ictus diminuisce, ma aumenta il numero di soggetti che supera la fase acuta e vive molto a lungo, dopo l’esordio della malattia.
  3. Il miglioramento della prevenzione porta non solo ad una diminuzione di nuovi casi, ma anche al fatto che chi, comunque, ha un ictus, soffra di una forma meno grave della malattia, con conseguente maggior probabilità di sopravvivenza. Se meno malati muoiono per il loro ictus o per le complicanze ad esso legate nella fase acuta, è chiaro che aumentano i soggetti che sopravvivono alla malattia, incrementandone così la prevalenza.

Si può calcolare quindi che, in realtà,in Italia,il numero di soggetti affetti da ictus, che ne sono sopravvissuti e che ne portano conseguenze permanenti, sia oggi rimasto approssimativamente quello calcolato in passato, di circa 900.000-1.000.000.

Le conclusioni sul più recente andamento dell’epidemiologia dell’ictus in Italia consentono un fondamentale ottimismo.

I nuovi episodi di ictus diminuiscono in Italia.

I malati, che comunque ne soffrono, hanno forme meno gravi, sono meglio curati in fase acuta, più spesso che in passato sopravvivono a lungo, con esiti meno gravi dal punto di vista della disabilità permanente, meno spesso vanno incontro a recidive. Merito anche di A.L.I.Ce.? Personalmente penso proprio di sì e ne sono fiero.

Bibliografia essenziale

D'Alessandro G, et al. Prevalence of stroke and stroke-related disability in Valle d'Aosta, Italy. Neurol. Sci. 2010; 31: 137-41

Sacco S, et al. Epidemiology of stroke in Italy. Int. J Stroke 2011; 6: 219-27

Feigin VL, et al. Global and regional burden of stroke during 1990–2010: findings from the Global Burden of Disease Study 2010. Lancet 2014;383:245–254.

Sacco S, et al. L’Aquila Stroke Registry: 2011-2012, 2015, in press.

ALICe

A.L.I.Ce. Italia ODV

  • Privacy Policy - Cookie Policy
  • Termini e condizioni
  • Login
  • sito realizzato da Studio Indaco