«Il mio cuore fa ciock, il mio cuore batte rock. Il mio cuore è allo stop. Cuore sotto shock», cantava 25 anni fa, nel 1993, Luca Carboni. Parole che nascono come un inno all’amore, ma che tornano in una nuova (e inedita) versione per uno scopo ben preciso. Il cantautore bolognese ha infatti decisio di prestare voce, sentimenti e cuore (ça va sans dire) per sostenere la nuova campagna Bayer sulla prevenzione delle malattie cardiovascolari.
Ogni anno nel mondo la mortalità per malattie cardiovascolari è di circa 17,5 milioni di persone, il 31% della mortalità mondiale.
In Italia, le persone a rischio, sono circa 6 milioni. Ma non tutti sanno di esserlo. E queste patologie sono anche le principali cause di mortalità. Nel 2014, secondo i dati ISTAT, nel nostro Paese si sono verificati oltre 220.000 decessi per malattie cardio-cerebrovascolari -infarto e ictus- con un’incidenza maggiore nelle donne (124.000 contro i 96.000 negli uomini). Ma non è tutto: chi soffre di malattie cardiovascolari, oltre a poter avere conseguenze fisiche di una certa rilevanza, ha un’aspettativa di vita ridotta di oltre 7 anni. Ecco perché, ancora una volta, la prevenzione diventa fondamentale. Così come una campagna di informazione e sensibilizzazione che arrivi dritta al cuore.
E Bayer, per celebrare la Giornata Internazionale del Cuore del 29 settembre, lancia «Il battito del cuore», una campagna «non convenzionale – che punta su un linguaggio universale come la musica per parlare al cuore delle persone», come spiega spiega Nordio Sandrin, Business Unit Head General Medicine di Bayer. «Al centro dell’iniziativa – prosegue Sandrin – abbiamo messo il paziente, certi che l’alleanza tra il paziente, correttamente informato sulle tematiche della prevenzione cardiovascolare, e il suo medico possa generare un circolo virtuoso con chiari benefici sulla salute pubblica».
Ambassador dell’iniziativa Luca Carboni, che ha partecipato attivamente alla campagna (ri)proponendo uno dei suoi cavalli di battaglia, «Il mio cuore fa ciock», in una versione inedita accompagnata da un coro d’eccezione composto da membri dell’associazione A.L.I.Ce. Italia onlus, persone che hanno vissuto l’esperienza di una importante patologia cardio-cerebrovascolare e che utilizzano la musica come terapia riabilitativa per recuperare il linguaggio.
«Quando mi è stato proposto il progetto per sensibilizzare alla prevenzione cardiovascolare – racconta Luca Carboni – ne ho compreso subito l’importanza e il potenziale impatto sulle persone. Per come intendo io la vita, la prevenzione è fondamentale. È importante prendersi cura di sé e rivolgersi al proprio medico di fiducia quando il corpo lancia dei segnali che non riconosciamo». Tematiche che toccano da vicino il cantautore bolognese, che sette anni fa ha perso la mamma a causa di un infarto. «Non ne abbiamo riconosciuto subitio i sintomi e probabilmnete, se ci fosse stato un intervento tempestivo, si sarebbe potuta salvare» spiega Carboni, che ha voluto disegnare anche il logo della campagna, un cuore stilizzato dalle tonalità calde, simbolo di amore, passione, vita.