La gran parte dei bambini dedica a giochi di movimento meno di un’ora a settimana
Le conseguenze dell’inattività sono enormi: la sedentarietà è responsabile del 14,6% di tutte le morti in Italia, pari a circa 88.200 casi all’anno, e di una spesa in termini di costi diretti sanitari di 1,6 miliardi di euro annui.
Solo un italiano su due tra gli adulti raggiunge i livelli raccomandati di attività fisica e un bambino su quattro dedica al massimo un giorno a settimana allo svolgimento di giochi di movimento.
Sono questi alcuni dei dati riportati nel Rapporto Istisan “Movimento, sport e salute: l’importanza delle politiche di promozione dell’attività fisica e le ricadute sulla collettività”, realizzato dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS), dal Ministero della Salute e dal Comitato Olimpico Nazionale Italiano (CONI) e presentato oggi in un convegno all’ISS dedicato all’argomento.
I dati elaborati nel nuovo rapporto provengono dai diversi sistemi di sorveglianza attivi in seno all’Istituto Superiore di Sanità: PASSI per gli adulti, OKkio alla Salute per i bambini, Passi d’Argento per gli anziani.
Ebbene, il rapporto fotografa un Paese in cui solo il 50% degli adulti raggiunge i livelli raccomandati di attività fisica, in cui un bambino su quattro dedica al massimo un giorno a settimana (almeno un’ora) allo svolgimento di giochi di movimento.
Non va meglio tra gli adolescenti, fetta della popolazione in cui meno del 10% raggiunge le raccomandazioni dell’OMS, con i maschi più attivi delle femmine (anche se usano maggiormente i computer). Nella popolazione degli ultra 64enni, poi, il livello di attività fisica svolto dagli anziani diminuisce all’avanzare dell’età ed è significativamente più basso tra le donne, tra le persone con svantaggio socio-economico e tra i residenti nel meridione.
Le conseguenze dell’inattività sono enormi: secondo i dati elaborati dall’Istituto Superiore di Sanità, la sedentarietà è responsabile del 14,6% di tutte le morti in Italia, pari a circa 88.200 casi all’anno, e di una spesa in termini di costi diretti sanitari di 1,6 miliardi di euro annui per le quattro patologie maggiormente imputabili ad essa (tumore della mammella e del colon-retto, diabete di tipo 2, coronaropatia).
Fonte: Istituto Superiore di Sanità, Movimento, sport e salute: l’importanza delle politiche di promozione dell’attività fisica e le ricadute sulla collettività
Un aumento dei livelli di attività fisica e l’adozione di stili di vita salutari determinerebbero un risparmio per il Servizio Sanitario Nazionale pari a oltre 2 miliardi e 300 mila euro in termini di prestazioni specialistiche e diagnostiche ambulatoriali, trattamenti ospedalieri e terapie farmacologiche evitate.
«La promozione dell’attività fisica è sicuramente importante a livello del singolo, ma anche e soprattutto in una visione societaria, per la quale diventa necessario un approccio multi-disciplinare e multi-settoriale, frutto della collaborazione di varie istituzioni e del coinvolgimento di diversi settori (educazione, trasporti, ambiente, politiche fiscali, media, industria, autorità locali), affinché l’attività fisica possa diventare direttamente integrata nella quotidianità di ognuno e affinché il singolo individuo possa farsi promotore della propria salute adottando uno stile di vita “attivo”», ha affermato il presidente dell’Istituto Superiore di Sanità Walter Ricciardi. «Non è, infatti, solo un’attività sportiva di tipo strutturato o agonistico a mantenere il cittadino in buona salute ma tutte le occasioni in cui si può combattere la sedentarietà (come ad esempio camminare, andare in bicicletta, fare giardinaggio, portare il cane a passeggio, ecc.)».
Fonte: HealthDesk, redazione, 14 novembre 2018