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Scoperta una molecola intestinale che aumenta il rischio di infarto e ictus

Oramai è chiaro. L’intestino è sempre più protagonista, nel bene e nel male, della nostra salute. Ora si scopre che una endotossina della parete dei batteri intestinali può aumentare il rischio di infarto e ictus.

28 Settembre 2022

Oramai è chiaro. L’intestino è sempre più protagonista, nel bene e nel male, della nostra salute. Ora si scopre che una endotossina della parete dei batteri intestinali può aumentare il rischio di infarto e ictus. Si tratta della lipopolisaccaride una molecola presente nell’intestino che può raggiungere i vasi arteriosi provocando infiammazione e trombosi.

L’hanno individuata un gruppo di ricercatori della Sapienza, coordinato dal Francesco Violi, che ne ha descritto le caratteristiche su Nature Reviews-Cardiology.

Lo studio ha messo in evidenza che, per motivi legati a un disturbo funzionale della parete intestinale, la lipopolisaccaride (LPS) può attraversare la parete stessa e raggiungere le arterie favorendone l’infiammazione fino alla trombosi.

Gli scienziati hanno trovato tracce della lipopolisaccaride nelle arterie carotidee affette da grave danno aterosclerotico in soggetti ad alto rischio di ictus, e nei trombi prelevati dalle coronarie di pazienti che erano andati incontro a un infarto del miocardio.

Infine, analizzando i livelli della endotossina nel sangue di più di 900 persone a rischio di eventi cardiovascolari, i ricercatori sono riusciti a individuare i pazienti a maggiore rischio di infarto e di ictus.

L’insieme di questi dati include l’intestino tra i fattori di rischio cardiovascolari e suggerisce che, abbassando la permeabilità intestinale, è possibile ridurre il pericolo di malattie cardiovascolari.

Nella ricerca vengono anche indicate le principali cause che possono portare all’aumento della permeabilità intestinale, e quindi all’aumento della tossina nel sangue, tra cui una dieta particolarmente grassa, l’alcool, l’uso prolungato di antinfiammatori, le infezioni e l’infiammazione sistemica, nonché l’età avanzata.

«I rimedi futuri sono da ricercarsi innanzitutto in una adeguata profilassi, favorendo la dieta mediterranea e riducendo l’assunzione di alcool. Alcuni nutrienti come legumi ed olio extra vergine di oliva hanno un effetto protettivo in quanto aumentano le specie batteriche “buone” e la permeabilità intestinale. L’auspicio è che le ricerche future possano esplorare quindi sia la possibilità di agire sul microbiota per ridurre la patogenicità dell’LPS, sia approfondire tramite l’ingegneria genetica delle strategie per neutralizzarla quando ha già attraversato la parete intestinale», commenta Francesco Violi.

Fonte: HealthDesk redazione 22 settembre 2022

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