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novembre 2012 -
Un ampio studio epidemiologico
condotto negli Stati Uniti su una popolazione di circa 1.300.000 persone,
evidenzia una tendenza all’aumento nell’incidenza di ictus in giovane età. Gli
autori, che operano presso centri accademici e ospedalieri di Cincinnati, hanno
analizzato la popolazione che comprende la città, i sobborghi e l’area
settentrionale del Kentucky e hanno rilevato gli episodi di ictus avvenuti
nell’anno compreso tra il luglio del 1993 e il giugno del 1994, prendendoli come
valori di riferimento rispetto a quelli registrati dal 1999 al 2005. I
ricercatori hanno poi affinato l’analisi esaminando le percentuali di ictus a
seconda delle diverse provenienze etniche, in base al genere e nei diversi
gruppi di età. È stato quest’ultimo fattore a evidenziare l’evoluzione più
rilevante nel corso degli anni. L’età media in cui si è verificato un evento
ictale è diminuita in modo statisticamente significativo, passando dai 71,2 anni
nel 1993/1994 fino ai 69,2 nel 2005. In particolare, nello stesso periodo,
l’incidenza degli attacchi di ictus che hanno colpito persone con meno di 55
anni è salita, passando dal 12,9% al 18,6%. L’incidenza di ictus dai 20 ai 54
anni è aumentata sia nei bianchi che nella popolazione di colore. «I risultati
dello studio» affermano gli autori «hanno un grande significato in termini di
salute pubblica, perché l’ictus nei pazienti più giovani comporta un maggior
carico complessivo di disabilità e perché alcuni fattori che contribuiscono alla
tendenza rilevata possono essere modificati».
Neurology. 2012;
79(17):1781-7
Doctornews 29 ottobre
2012-10-31
Notizia fornitaci dal Dott. Roberto Sterzi, Primario Emerito di Neurologia all’Ospedale Niguarda di Milano