A.L.I.Ce. Italia Odv e LICE insieme per approfondire questa relazione complessa e ancora poco conosciuta
Il costo per il Servizio sanitario nazionale della mancata aderenza alle terapie è di circa 2 miliardi di euro l’anno. Basterebbe migliorare l'aderenza anche solo del 15% per ridurre i costi economici di 300 milioni, senza considerare quelli sociali, derivanti per esempio dalla perdita di giornate lavorative.
Nel 2023 in Italia ogni giorno sono state consumate complessivamente 1.899 dosi di medicinali ogni 1.000 abitanti. Italiani ancora diffidenti verso i generici, riprendono a crescere i consumi di antibiotici
I pazienti accetterebbero volentieri di affidare le informazioni sulla propria salute a un sistema integrato capace di metterle in rete, dando vita a un’infrastruttura digitale efficiente perché personalizzata e sostenibile; risolvendo soprattutto una volta per tutte quel problema cronico della sanità per cui un cittadino paziente e il suo medico non sono mai in grado di avere a disposizione i dati complessivi e aggregati della sua salute, senza rivolgersi a tanti enti diversi.
Nonostante le tante terapie disponibili, l’ipertensione rimane il principale fattore di rischio per malattie cardiovascolari, con una prevalenza stimata tra il 30-40% nella popolazione europea. Rappresenta il fattore di rischio correlato maggiormente a eventi cardiovascolari (infarto, ictus, emorragia, scompenso cardiaco ecc).
Oltre agli 'ipertesi' da curare le ultime linee guida dei cardiologi europei invitano ad attenzionare anche un'altra categoria: allargata di quasi 10 milioni la platea degli italiani a rischio
Se un eccesso può far male alla salute, quantità moderate di caffeina possono invece risultare molto importanti: ecco i risultati dello studio.
Lo studio: tenerlo nella posizione sbagliata può falsare i risultati portando a false diagnosi di ipertensione
45mila italiani sviluppano ogni anno disturbi neurologici come la spasticità, ma in pochi sono informati preventivamente. L’indagine di Elma Research rivela i bisogni di chi vive con spasticità post-ictus.
LA NOSTRA CITTA’ SI ILLUMINA DI VIOLA IN OCCASIONE DELLA XVII GIORNATA NAZIONALE
Un long week end di Cultura, Prevenzione e Informazione tra Torino e Settimo Torinese dal 15 a 19 Ottobre
Con questa ricerca ANMCO ha voluto capire come veniva utilizzata la terapia farmacologica dopo l'angioplastica in un paziente ricoverato per infarto. E' stata fatta una prima analisi sui comportamenti in termini di prescrizioni e modalità di uso dei farmaci e abbiamo registrato una serie di indicatori che definissero la qualità e la correttezza di quello che veniva effettuato. Quindi, i report ottenuti sono stati restituiti ad ogni singolo centro.
Una ricerca, condotta utilizzando il tracciamento oculare, ha evidenziato che il semplice osservare gli elementi naturali (ad es. giardini e aree verdi) durante le passeggiate in città offre notevoli benefici alla salute mentale, alleviando l’ansia e aumentando la sensazione di recupero dallo stress. Lo studio, condotto da un team della Bangalor University guidato da Whitney Fleming e da un gruppo del Technion-Israel Institute of Technology, è stato pubblicato da People and Nature.
Il cardiologo guida la prevenzione. "Dati allarmanti sono quelli correlati alla prevalenza dell'obesità, il 20% di questi pazienti sono obesi, e del fumo di sigaretta, infatti il 21% è fumatore - fa sapere Colivicchi.
Più attenzione all'assistenza sul territorio Ogni anno in Italia si registrano da 130.000 a150.000 nuovi casi di infarto miocardico acuto: oltre 25.000 pazienti muoiono prima di arrivare al ricovero. "L'8 % di questi pazienti muore entro 30 giorni dalla dimissione dall'ospedale - ricorda Colivicchi. E circa l'8-10% muore entro un anno. Quindi, complessivamente, dal 16 al 20% delle persone che sopravvivono a un infarto muore entro 12 mesi dal ricovero ospedaliero. Una percentuale molto elevata".
Perché INSIEME SIAMO #PIUFORTIDELLICTUS 29 ottobre – giornata mondiale contro l’ictus cerebrale
I risultati del primo audit clinico realizzato da ANMCO. Importante aumentare l'appropriatezza delle terapie. Ma dopo la fase acuta è fondamentale il controllo personalizzato dei fattori di rischio. Seguendo sempre le indicazioni del cardiologo